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Tansi: “il terremoto non uccide, le costruzioni fatte male si”. Ecco i comuni dotati di un piano di emergenza (AUDIO)

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amatrice scuola

In Calabria sono centinaia gli immobili tra cui scuole e ospedali che in caso di terremoto verrebbero giù e la situazione riguarda tutte e cinque le province calabresi.

 

COSENZA – Da uno studio presentato dalla protezione civile nel 2000 è emerso come un sisma dello stesso magnitudo che ha colpito il centro Italia potrebbe rivelarsi devastante per la nostra regione. Per quanto concerne i cosiddetti piani d’emergenza la Calabria risulta molto indietro rispetto alle altre regioni, al quart’ultimo posto, e solo il 54% dei comuni ha predisposto un piano in caso di sisma, ovvero 219 comuni su 409.
Anche il responsabile della Protezione Civile calabrese lo aveva detto ‘in tempi non sospetti’, ovvero prima di iniziare il suo lavoro nella protezione civile: “Dobbiamo partire da un presupposto: il terremoto non uccide. Le case costruite male uccidono mentre quelle fatte bene resistono. Abbiamo visto chiaramente quello che è accaduto nell’Italia centrale dove tantissime case sono crollate ma molte altre sono rimaste in piedi. Altro punto è come si originano i terremoti, ovvero da profonde fratture della crosta terrestre che sono chiamate faglie. In una pubblicazione, l’ultima prima che io diventassi dirigente nella protezione civile, sono riportate le faglie sismogenetiche, che producono terremoti e sono attive quindi si muovono, nella Valle del Crati, tra Cosenza, Rende e Castrolibero fino ad arrivare verso nord a Tarsia e sulla costa tirrenica. La Scienza non è in grado di sapere “quando” si verificherà un terremoto, è in grado di sapere “dove” potrebbero verificarsi. In queste zone si dovrebbe evitare di costruire o quantomeno farlo seguendo le disposizioni che la legge impone. Carlo Tansi, ai microfoni di Rlb Radioattiva ha focalizzato l’attenzione anche sull’abusivismo edilizio molto diffuso in Calabria

ASCOLTA L’INTERVISTA

carlo tansi

Carlo Tansi, responsabile Protezione Civile Calabria

 

In generale in Italia, centinaia di Comuni non hanno ancora un piano di protezione civile per affrontare le calamità naturali e molti di questi si trovano proprio nei territori dove sono possibili eventi catastrofici. Il sito della Protezione civile raccoglie la lista, trasmessa dalle Regioni, di tutti i comuni che lo hanno approvato e in base ai dati aggiornati al 18 settembre 2015, il 77% degli 8mila comuni dispone di un piano.

Regioni/Province Autonome Totale comuni Comuni con piano % Comuni con piano/totale
 Abruzzo 305 299  98%
Basilicata 131 120  92%
Calabria 409 219  54%
Campania 551 214  39%
Emilia-Romagna 340 294  86%
Friuli Venezia Giulia 218 218 100%
Lazio 378 153  40%
Liguria 235 172 73%
Lombardia 1.544 1.209 78 %
Marche 239 239 100%
Molise 136 136 100%
Piemonte 1.206 1.119  93%
Provincia Autonoma di Trento 210 210 100%
Puglia 258 242  94%
Sardegna 377 233  62%
Sicilia 390 190 49%
Toscana 280 230  82%
Umbria 92 91  99%
Valle d’Aosta 74 74  100%
Veneto 581 497  86%
Totale 7.954 6.159  77%

Tra i comuni che non si sono dotati di un piano figurano anche alcuni comuni in provincia di Reggio Calabria e Messina, che hanno subito le catastrofi dei terremoti del 1968 e del 1908. Proprio la Calabria mostra la situazione più fragile: tutto il versante tirrenico, dalla punta dello stivale fino a Cosenza è a massimo rischio sismico e 108 anni fa, la scossa che rase al suolo Messina e Reggio fece decine di migliaia di vittime. Sui 180 comuni ad alto rischio senza piano sismico, 140 sono in Calabria, maglia nera della classifica.

CLICCA QUI per visualizzare quali comuni calabresi si sono dotati di un piano di emergenza 

Infine per citare il cosiddetto rapporto Barberi del 2000, dal nome di Franco Barberi che guidava allora la protezione civile ci sono tantissime strutture pubbliche che si ‘sgretolerebbero’ in caso di forte sisma: dall’ospedale Pugliese di Catanzaro agli ospedali di Paola, Palmi, Crotone, Vibo e parte della struttura dei ‘Riuniti’ di Reggio Calabria.Anche molte scuole sono ad alto rischio, da Cosenza a Reggio e sopratutto le abitazioni private costruite prima della normativa antisismica del 1976. Carlo Tansi, nel suo intervento radiofonico ha concluso sottolineando che purtroppo l’attenzione su questa tematica arriva sempre a seguito di un disastro e che probabilmente tra un mese, come spesso accade nel nostro Paese, il terremoto sarà ‘dimenticato’ così come la necessità di intervenire sulla prevenzione.

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