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Piantagione di marijuana scoperta grazie ad una rete per materassi

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In calo le importazioni di canapa dai Balcani a causa all’intensificarsi dell’azione repressiva svolta dalle forze di polizia albanesi.

 

REGGIO CALABRIA – I carabinieri di Santo Stefano in Aspromonte, insieme ai militari dello Squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria, hanno arrestato Angelo Morabito, di 66 anni, con l’accusa di produzione di sostanze stupefacenti. Morabito é stato sorpreso mentre s’introduceva in un terreno in cui era stata avviata una coltivazione di canapa indiana composta da oltre 300 piante, alte in media due metri e disposte su più terrazzamenti. La coltivazione veniva irrigata attraverso un sistema di tubazioni che prelevava acqua da una vicina sorgente. L’arrestato, in particolare, è stato sorpreso dai militari mentre trasportava una rete metallica per materasso all’interno di una tenda da campeggio montata nel terreno e utilizzata, verosimilmente, come essiccatoio. Morabito é stato anche notato mentre azionava il sistema d’irrigazione. L’uomo, su disposizione dell’autorità giudiziaria, é stato posto agli arresti domiciliari.

 

Nell’ultimo anno sono 84 le tonnellate di droga sottratte al mercato clandestino, ma mentre crescono i sequestri di cocaina (+4%) e soprattutto di droghe sintetiche (+161,73%) scendono sensibilmente quelli di hashish (-40,06%) e marijuana (-73,95%). E’ quanto emerge dalla Relazione 2016 della Direzione centrale servizi antidroga, per cui il dato delle droghe leggere si spiega, da un alto, con la fase di riorganizzazione del traffico dell’hashish nel bacino del Mediterraneo, che, dopo i rilevanti successi del dispositivo di contrasto (174 tonnellate sequestrate tra il 2013 e il 2015), sta probabilmente diversificando le rotte d’importazione e, dall’altro, con la flessione delle importazioni di marijuana dai Balcani dovuta all’intensificarsi dell’azione repressiva svolta dalle forze di polizia albanesi.

 

Sempre nel 2015, il numero di operazioni di polizia per il contrasto del traffico e lo spaccio della droga si e’ mantenuto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente: si conferma invece il trend decrescente nelle denunce e negli arresti che, iniziato gia’ nel 2014, ha segnato uno scarto negativo del -7,35%. Con oltre il 94% dei sequestri di droga, spiegano gli analisti della Dcsa, “resta la frontiera marittima, pur in presenza della flessione nei sequestri in mare, il luogo dove si consuma il confronto piu’ aspro con i trafficanti di droga, che continuano a differenziare le rotte di importazione, utilizzando il continente africano quale luogo di stoccaggio e transito sia della cocaina di provenienza sudamericana che dell’eroina prodotta e raffinata in Afghanistan”.

 

Ulteriore evoluzione del traffico colta nell’anno in questione, e’ quella che vede “affiancarsi ai vettori marittimi velivoli leggeri ed ultraleggeri che, sfruttando piste di decollo clandestine realizzate al di la’ dell’Adriatico, trasportano dall’Albania al nostro Paese ragguardevoli quantitativi di cannabis”. L’esame del narcotraffico nella sua dimensione associativa rivela, anche per il 2015, il ruolo egemone della ‘ndrangheta, che si conferma leader nella commercializzazione, a livello mondiale, della cocaina, seguita dalla camorra e dalla criminalita’ organizzata pugliese. A queste devono aggiungersi le compagini criminali marocchine ormai in grado di gestire, in condizioni di monopolio quasi esclusivo, il traffico di hashish proveniente dal Nordafrica attraverso le capillari reti di distribuzione attive sul territorio dello Stato.

 

“Uno Stato democratico non puo’ permettersi il lusso di legalizzare cio’ che provoca danni alla salute dei cittadini”. Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, ribadisce il fermo e convinto no all’ipotesi di legalizzazione delle droghe leggere. Un no espresso piu’ volte nel corso di 30 anni di carriera, sempre in prima linea contro il narcotraffico. Gratteri non ne fa solo una questione di principio, ma argomenta il suo no con motivazioni economiche e di contrasto alla criminalita’. Perche’ se dal punto di vista economico “il guadagno che si sottrarrebbe alle mafie e’ quasi ridicolo rispetto a quanto la criminalita’ trae dal traffico di cocaina e eroina” e’ anche vero che “spesso la marijuana e’ il primo passaggio per arrivare poi all’assunzione di droghe pesanti, questo e’ quello che mi raccontano, ogni volta che li vado a trovare, i giovani che vivono nelle comunita’ terapeutiche per disintossicarsi”. Un’industria che non e’ affatto di secondaria importanza per la ‘ndrangheta, ma che resta ben ancorata alle ‘ndrine: “Vi sono vaste aree dell’Aspromonte controllate dalle cosche in cui si produce marijuana. Cosi’ come accadeva nella stagione dei sequestri, il pastore che custodiva il gregge allo stesso tempo controllava il sequestrato, oggi – conclude Gratteri – fa da guardiano alla piantagione“.

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