Oggi in aula le testimonianze delle mamme di Marco Paura ed Ester Mollo.
COSENZA – Da settembre il ventottenne Marco Paura collabora con la giustizia. Una decisione maturata all’indomani dell’interrogatorio di garanzia per l’arresto scaturito dall’operazione Job Center. Un’inchiesta che ha tentato di far luce su un presunto gruppo criminale, operante nel centro storico, dedito soprattutto al narcotraffico. Insieme alla moglie Ester Mollo, il ‘pentito’ Marco Paura è accusato di svolgere la mansione di contabile, custode e ‘distributore’ dello stupefacente che da Cassano allo Jonio arrivava a Cosenza Vecchia per essere poi rivenduto al dettaglio. Un business che il clan Rango – Abbruzzese, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito quasi in regime di monopolio a Cosenza Vecchia importando eroina, cocaina, hashish, marijuana ed armi. A capo del sodalizio, dalle ipotesi formulate nel corso delle indagini, si presume vi siano Anna Palmieri e Celestino Abbruzzese. Il pm Domenico Assumma, applicato dalla Dda di Catanzaro, per gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato ha chiesto undici condanne: dodici anni di reclusione ciascuno per la coppia Palmieri – Abbruzzese, 9 anni e 4 mesi per Amos Zicaro, 8 anni e 11 mesi per Fortunato Esposito, 8 anni per Giovanni Aloise e Francesco Noblea, 7 anni per Vincenzo De Rose e Francesco Mazzei, 5 anni per Giuseppina Perri, sette anni per Marco Paura. Nel processo con rito ordinario che vede alla sbarra Ester Mollo, Francesco Gamba e Michele Branca oggi hanno testimoniato la madre e la suocera del collaboratore di giustizia Marco Paura. La mamma di Ester Mollo, con cui il pentito ventottenne è sposato, ha spiegato alcune dinamiche familiari sconosciute agli inquirenti. Silvana Patrizia Scola ha raccontato che a volte la figlia litigava con il marito e andava a dormire da lei qualche giorno, per poi rientrare in vico Gaeta con i bambini.
La suocera di Paura ha poi precisato che Ester non condivideva tante cose della vita del consorte. “Era stufa di quella vita, – ha affermato – non mi diceva nulla per non farmi stare in pena, ma so che non tollerava quell’andirivieni di persone in casa. L’ho vista felice solo quando Marco è uscito dai domiciliari e ha iniziato a lavorare al cimitero convinto di voler cambiare la propria esistenza. Celestino ed Anna sono i loro compari d’anelli li ho visti spesso in casa, ma non ho mai sentito discorsi ‘strani’. Si parlava della quotidianità”. Una versione che ha confermato anche la suocera di Mollo, Gemma Porco, la quale non ha rapporti con il figlio da oltre tre anni. Una rottura familiare creata da quello stile di vita poco gradito ai congiunti di Paura. “Ester – ha dichiarato – sembrava sottomessa. Nonostante io sia la mamma di Marco le ho consigliato più volte di lasciarlo. Era un padre e un marito assente. Litigavano, lui le faceva le solite promesse da marinaio e lei ci cascava ogni volta. Non era il tipo di matrimonio che sperava, con tutta quella gente che andava e veniva da casa. Mio figlio è una persona testarda, lo conosco, era difficile farlo ragionare su alcune cose. Io ed Ester in quel periodo che abbiamo convissuto facevamo fronte comune cercando di allontanarlo da quella vita. Mi sono sempre lamentata, però li ho aiutati. Sapevo che erano in difficoltà economiche e gli ho regalato l’appartamento di mio padre così da non fargli spendere soldi in fitti. Quando potevo davo anche del denaro”. Il pm Assumma prima di ascoltare le due nonne ha rigettato la richiesta di modifica degli orari di entrata ed uscita da casa, inoltrata da Ester Mollo per poter accompagnare i figli a scuola. Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo 12 luglio.
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