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Vrenna: “Qualcuno non vuole il Crotone in serie A”

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Il presidente della squadra rossoblù risponde agli attacchi mediatici degli ultimi giorni: “Risulta pacifico e certificato che non siamo mafiosi bensì vittime della mafia”.
 

CROTONE – Il Crotone sta volando a suon di vittorie verso la serie A, ma intorno alla società le acque sono agitate. A creare un maremoto è stata la decisione della Procura antimafia di Catanzaro di fare ricorso contro la decisione del tribunale di Crotone che non ha accolto la richiesta di confisca beni per circa 800 milioni ai fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, rispettivamente presidente ed amministratore delegato della società pitagorica. Richiesta che ha trovato ampio spazio sugli organi di stampa destando malumore e preoccupazione nello stesso Vrenna che teme una congiura ai danni del suo Crotone impegnato in una corsa che potrebbe portare ad una storica promozione in serie A.

 

Vrenna, titolare di una società che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti ed in passato presidente degli industriali crotonesi e vice presidente di quelli calabresi, non ci sta a passare per mafioso e attacca a testa bassa. “Se ci dovesse essere qualche perverso disegno inteso a neutralizzare quanto, con sacrificio ed impegno, si sta portando avanti per dare un risultato storico per la città di Crotone – dice – è bene che si sappia che io e mio fratello Gianni non ci arrenderemo mai a tentativi di prevaricazioni strumentali e vili. Risulta pacifico e certificato che non siamo mafiosi bensì vittime della mafia. Nonostante questo, però, si insiste a fare titoli sulla scalata del Crotone in serie A e sulla contemporanea titolarità della squadra da parte di imprenditori collusi. Tutto questo è grave, oltre che palesemente ingiusto e illegittimo”.


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