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Oliverio? Basta così: appenda le scarpette al chiodo e lasci la politica

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Idv all’attacco: sono quasi due anni che guida la Regione, ha avuto tutto il tempo necessario e non ha fatto nulla. E la Calabria resta ancora nel limbo.

COSENZA – Tempo di divorzi politici: sembra piuttosto lontana la fase in cui Idv, dipietrista prima e dedipietrizzata poi, faceva da stampella a Mario Oliverio. Alzi la mano chi non ricorda il fedelissimo Mario Caligiuri, già assessore provinciale e poi candidato con un pizzico di sfortuna alle Regionali del 2014 a supporto del sangiovannese, passato da una presidenza all’altra senza colpo ferire e, anzi, menandone qualcuno.

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L’ex assessore provinciale Mario Caligiuri

A mettere il turbo alla linea di rottura provvede Francesco Molinari, eletto senatore nelle file del Movimento 5 Stelle (fu la rivelazione delle ultime Politiche) e poi, dopo la clamorosa rottura con i grillini, approdato ad Idv. “Non è più tollerabile”, scrive Molinari in una nota al pepe, “che la  politica e le istituzioni calabresi assistano passivamente al declino di una Regione che ormai vive in un limbo”.

 

Questa situazione, almeno al momento, secondo Molinari avrebbe un responsabile: “Ci chiediamo quando il Presidente Oliverio si deciderà a fare mea culpa e ad effettuare la necessaria operazione di assunzione anche delle sue responsabilità”. Già: “Ammetta il fallimento totale rispetto ai proclami della campagna elettorale e, soprattutto, guardi in faccia la realtà. Raggiunga la consapevolezza che dopo 50 anni di carriera politica,  al netto della partecipazione a sagre ed eventi pieni di provincialismo,  poco o nulla ha realizzato concretamente”.

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Mario Oliverio

Senza appello la condanna del senatore: “Oliverio dica a se stesso che è giunto il momento di appendere le scarpette al chiodo e fare spazio a chi davvero ha a cuore le sorti della Calabria e dei calabresi”. Da avvocato di consumata esperienza, Molinari motiva il suo pollice verso: “Siamo reduci dalla fine di una stagione estiva disastrosa (per non parlare delle continue sceneggiate sulla sanità, sul nulla in materia di rifiuti e della scandalosa gestione dell’inquinamento al porto di Gioia Tauro-San Ferdinando), perché questa è in ragione di un aumento complessivo in Italia  del flusso turistico per le note vicende legate al terrorismo che hanno colpito altri Stati europei,  che nulla ha apportato in termini di aumenti di ricchezza per la nostra terra”.

 

Detto altrimenti: se i turisti sono arrivati, non è merito suo. E i demeriti della Regione restano: Noi cosa siamo riusciti ad offrire, se non un mare perennemente sporco, iniziative di intrattenimento e infrastrutture inesistenti, collegamenti viari penosi, servizi per il viaggiatore e gli utenti imbarazzanti ed una Sila abbandonata a se stessa sotto tutti i punti di vista?”. Né vale, incalza il senatore “addossare le responsabilità sui predecessori, anche se queste ci sono state”. Perché Oliverio “ha avuto tempo a sufficienza”. Quindi: “Si dimetta e lasci la politica, se davvero tiene alla Calabria”.

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