
Una partecipazione che in molti si aspettavano. A quella fiaccolata contro la violenza sono scesi in piazza davvero in pochi. Uno spaccato di omertà quello di Melito Porto Salvo dove addirittura c’è chi ha ‘difeso’ gli stupratori.
MELITO PORTO SALVO (RC) – Un paese di circa 14mila abitanti, e poche centinaia di persone hanno acceso una fiaccola venerdì scorso. Poche luci accese contro l’omertà, contro un’adolescenza rubata, contro una mentalità mafiosa che è arrivata a sfruttare nella maniera più squallida possibile, una ragazzina. Un paese che vede alcuni difendere gli stupratori di una 13enne che potrebbe essere figlia, sorella e nipote di ognuno. Il parroco ha addirittura provato a lanciare l’allarme dicendo che nel paese ci sono diversi casi di prostituzione… ma la vittima non si è prostituita, ha solo incontrato sulla sua strada il ragazzo sbagliato, che anzichè volerle bene la stuprava insieme ai suoi amici, bestie anche loro.
Quello che emerge dalle carte dell’inchiesta è davvero inquietante; alcune persone parlano della giovane definendola quasi ‘colpevole’: “Se l’è cercata!… Ci dispiace per la famiglia, ma non doveva mettersi in quella situazione… Sapevamo che era una ragazza un po’ movimentata…“. E il parroco scende in piazza e parla di prostituzione e non di violenza? Di questo si tratta: di una bambina che è stata abusata da più persone e per oltre due anni. Costretta a subire sotto minaccia, tenuta bloccata per i polsi e che si sentiva “una merda…. e voleva solo scappare”.
Ma davvero qualcuno vuole far credere che quanto accadeva nessuno l’aveva mai sospettato? Addirittura il procuratore di Reggio, Federico Cafiero De Raho aveva sottolineato un particolare inquietante: «Anche i genitori sono stati omertosi. Tutti sapevano». E ora quegli stessi genitori chiedono il silenzio, sperando lo facciano, stavolta, per difendere la loro figlia e non il loro ‘onore’.
Sta di fatto che quel paese non è sceso in piazza per la vittima, non ha acceso le fiaccole per dimostrare quanto orrore prova. Anzi, c’è addirittura chi si è schierato dalla parte degli stupratori come il parroco De Biase: «Sono tutte vittime – dice – anche i ragazzi. E poi, io credo che certe volte il silenzio sia la risposta più eloquente». Noi crediamo proprio di no soprattutto dopo aver appreso che qualcuno ha addirittura dichiarato che “certe ragazze per come si vestono… se le vanno a cercare”… quasi come se mettere un pantaloncino più corto piuttosto che truccarsi a 13 anni, non sia da adolescenti ma da prostitute. Ma stiamo scherzando?
E invece quei ‘ragazzi’ sono ‘personcine serie’ vero? Giovanni Iamonte figlio di un esponente di spicco della locale cosca della ’ndrangheta; Antonio Verduci, addirittura figlio di un maresciallo dell’esercito mentre è fratello di un poliziotto Davide Schimizzi, la vera ‘bestia’ di questa squallida vicenda.
Alla fiaccolata nel paese omertoso c’era anche il padre della ragazza: «Purtroppo mi aspettavo questo tipo di partecipazione», dice camminando con un piccolo lumino in mano: «Tante volte avrei voluto andarmene da questa situazione. Non mi piace usare la parola schifo, perché a Melito ci sono cresciuto. Ma se potessi, certo, se non avessi il lavoro, prenderei mia figlia e la porterei lontano».
Ora i parenti della ragazza chiedono un pò di silenzio: “basta scrivere di questa storia, rispettate il nostro dolore. Chiediamo agli organi di informazione di evitare la pubblicazione dei particolari che riguardano la nostra ragazza. Speriamo di essere ascoltati e facciamo”.
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