
Dalla Regione Calabria nessuna chiarezza su dove siano finiti i finanziamenti per i depuratori.
COSENZA – Dopo il senatore Antonio Gentile il tema depurazione appassiona, tardivamente, il consigliere regionale Giudiceandrea. Dov’era a maggio o a giugno, per non dire un anno fa, quando l’eurodeputata Laura Ferrara convocava tutti i sindaci dei Comuni costieri calabresi per cercare insieme una soluzione al problema mare sporco? Non si è registrata alcuna reazione del consigliere nemmeno quando, ancora la Ferrara, denunciava attraverso un’interrogazione alla Commissione europea l’enorme spreco di fondi comunitari destinati al sistema depurativo calabrese che oggi continua ad essere assolutamente inefficiente. Flussi di denaro pubblico gestito in assoluta opacità.
“Sono due anni che la Regione – commenta la Ferrara – stanzia fondi destinati ai Comuni per la depurazione solo a giugno. Molti Comuni hanno beneficiato di questi fondi sia nel 2015 che nel 2016 eppure gli impianti rimangono obsoleti e mal funzionanti. Non è possibile leggere il 19 agosto dichiarazioni da parte di consiglieri regionali di maggioranza in cui si propongono ancora tavoli tecnici o leggi per l’istituzione dei registri dei fanghi. Proposte trite e ritrite già da un decennio – continua la rappresentante pentastellata a Bruxelles – mai messe realmente in atto né dal centro destra né dal centro sinistra. Il Movimento 5 Stelle non ha solo denunciato la mala depurazione. Ha messo a disposizione proposte immediate per affrontare le carenze del sistema. Proposte ribadite anche nel corso dell’incontro con l’assessore regionale all’Ambiente.
Il vero problema è l’incapacità politica, la mancanza di una programmazione seria e integrata. Abbiamo chiesto in quell’occasione, insieme al portavoce alla Camera Paolo Parentela, di far rientrare i singoli interventi in un quadro organico e trasversale che abbracci i comuni montani e costieri. Serve inoltre una mappatura completa delle reti fognarie così da individuare le condotte improprie. Soprattutto – afferma l’eurodeputata – da tempo ci siamo fatti promotori di una gestione pubblica del sistema depurativo regionale. Non siamo contrari ai tavoli tecnici e nemmeno alle proposte di legge – chiosa la Ferrara -, ma prima di tutto si vada oltre la mera propaganda e i campanili politici e si lavori al bene della salute pubblica e del mare pulito”.
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