Da due mesi trenta persone vagano per la città in cerca di un riparo in cui trascorrere la notte.
COSENZA – Emergenza migranti a Cosenza. Non per i numeri dei ‘nuovi arrivati’, ma per le politiche dell’accoglienza di fatto inesistenti in città. Un gruppo di attivisti ha oggi pomeriggio occupato piazza XI Settembre allestendo una piccola ‘tendopoli’ in attesa di risposte dal Prefetto. Trenta persone, ogni notte, vagano per la città in cerca di un angolo in cui poter dormire. Alcuni di loro hanno trovato riparo nella stazione di Vaglio Lise o all’autostazione. Altri da tre mesi lottano contro le intemperie trascorrendo la notte all’addiaccio. Si tratta di curdi e pakistani arrivati in Italia non con i barconi, ma via terra dalla tratta balcanica.
Tutti hanno regolarmente richiesto alla Questura l’avvio dell’iter per il riconoscimento della protezione internazionale. Da circa tre mesi però non hanno ancora ricevuto alcuna risposta dalle autorità competenti. Aperte le pratiche burocratiche non hanno accesso ai centri d’accoglienza del territorio perché pare non vi siano posti disponibili. Per loro, nonostante chiedano di essere riconosciuti come rifugiati politici, non vi è alcuna ospitalità. L’unico ‘servizio’ che ricevono giornalmente è lo sgombero da parte di polizia e polfer che li allontana dai luoghi che scelgono come riparo notturno.
“La situazione è paradossale – spiega un attivista del comitato Prendocasa – soprattutto in una città come Cosenza dove arrivano milioni di euro per il sociale. Oggi Padre Fedele si è insediato come assessore comunale e ci sembra strano che non si sia occupato di questa problematica che tenderà a peggiorare se non si trovano soluzioni strutturali all’emergenza. Dormiremo sotto la Prefettura finché non ci daranno risposte. Chiediamo alle tante associazioni presenti sul territorio, che ricevono fondi per l’accoglienza, perché non si trovano gli alloggi per questi trenta rifugiati. In città abbiamo centinaia di immobili vuoti che potrebbero essere utilizzati non solo per i migranti, ma anche per gli italiani che vivono per strada.
Il cosentino non fa la tendopoli perché si vergogna, però sono in tante le famiglie senza un tetto. Basterebbe requisire qualche stabile vuoto. Occupando l’ex istituto delle Canossiane e la scuola in disuso a Porta Piana abbiamo dato ospitalità ad oltre cento persone. Il problema è che sugli immigrati le politiche nella nostra città sono solo ed esclusivamente speculative. Ci si preoccupa solo di lucrare sull’emergenza migranti. Si preferisce fare aprire centri a cooperative amiche. Amiche degli ‘amici’ e amiche dei politici che lavorano creando i danni che hanno fatto, per esempio, le cooperative dei Morrone ad Aprigliano. Questa è l’accoglienza della nostra città”.
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