L’uomo ha iniziato lo sciopero della fame in attesa di un documento che attesti l’avvio dei lavori nel suo quartiere.
CORIGLIANO CALABRO (CS) – Un cittadino di Corigliano, Giuseppe Policriti, per far sentire la propria voce è stato costretto ad incatenarsi alle porte del Comune. Annunciando l’inizio dello sciopero della fame chiede che vengano avviati i lavori per la messa in sicurezza dell’area in cui risiede. L’uomo da quattro anni vive in una casa di via di Macchio in contrada Torrelunga, un nuovo quartiere della popolosa cittadina della sibaritide. Convive con una strada sterrata di circa cinquecento metri davanti casa piena di buche e detriti che quando piove diventa un piccolo ruscello di fango. Almeno tre volte l’anno per pulire e consentire il transito è costretto a fittare una ruspa spendendo circa novecento euro. “La strada la pulisco io dal terriccio ed erbacce, – spiega Policriti – ma è un lotto di proprietà municipale cui opere non si capisce il perché non sono mai state completate. Il Comune di Corigliano probabilmente ha commesso delle irregolarità e ci ritroviamo in una zona nuova senza strada in cui non possiamo tenere aperte le finestre a causa della polvere si alza con il continuo vento e con i camion che passano.
Siamo tappati in casa giorno e notte – tuona il cittadino incatenato in segno di protesta – qualsiasi sia la stagione pur avendo pagato oltre 23mila euro al Comune per concessione edilizia ed oneri di urbanizzazione. I lavori nel quartiere sono iniziati nel 2007. Parte delle strade le abbiamo fatte asfaltare noi residenti dopo aver fatto una colletta (500 euro a famiglia) mentre il marciapiede l’ho dovuto sistemare io in prima persona. Finchè non si presenteranno con un documento che attesta l’inizio dei lavori da qui non mi muovo. Indipendentemente dal tecnico o assessore responsabile del mancato completamento dei lavori è necessario che le opere vengano portate a termine. Il quartiere così è invivibile. Il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici sono passati e mi hanno detto di desistere dalla mia protesta perchè si impegneranno a sbloccare la situazione. E’ da anni che mi viene ripetuta questa cosa, sono stanco, resterò incatenato e in sciopero della fame finché non mi portano un atto ufficiale in cui si sancisce l’inizio dei lavori”.
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