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Cosenza, il poliziotto accusato di essere un informatore dei clan va in pensione

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Vincenzo Ciciarello è stato scarcerato, il legale difensore: “Nessun rapporto risulta in atto tra Ciciarello e la cosca Rango – Abbruzzese”.

 

COSENZA – Soffiate su perquisizioni in cambio di denaro e favori. Questo lo scenario ipotizzato dagli inquirenti che lo scorso 27 Aprile hanno arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa due persone Vincenzo Ciciarello, di 60 anni, ex agente della Squadra mobile di Cosenza, attualmente in servizio nella Prefettura, e Enrico Francesco Costabile, di 49 anni ex carabiniere. I due avrebbero collaborato, secondo l’accusa, con alcuni esponenti del clan Rango – Abbruzzese, ed in particolare con il boss dell’omonima cosca Maurizio Rango, al fine di consentire ai suoi sodali di sfuggire a blitz e controlli delle forze dell’ordine comunicando la presenza di microspie e annunciando perquisizioni e arresti. Oltre ai due nell’operazione volta a ricostruire i legami e gli ‘scambi di favori’ tra la potente ‘ndrina bruzia, carabinieri e polizia risultano essere indagati anche Antonino Perticari di 56 anni carabiniere in forze a Rende oggi pensionato e Fabrizio Bertelli quarantacinquenne impiegato presso la polizia stradale di Cosenza.

 

“Nutriamo piena fiducia nell’operato della magistratura – ha affermato l’avvocato Roberto Le Pera legale difensore di Vincenzo Ciciarello scarcerato ieri – che si esprimerà nelle competenti sedi giudiziarie. Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto. Il gip di Catanzaro in considerazione della natura dell’accusa che vede il concorso esterno in associazione mafiosa posto in essere in qualità di ispettore capo di Polizia di Stato, dato il suo pensionamento avvenuto circa dieci giorni fa, in assenza di elementi che testimoniano la continuità dei presunti rapporti con gli esponenti del clan l’ultimo dei quali documentato nel 2014, ha ritenuto venir meno la necessità della custodia cautelare. Non sussiste alcun pericolo che possa reiterare il reato o inquinare le prove quindi è stata disposta la revoca dagli arresti domiciliari. Nel corso degli interrogatori Ciciarello si è riservato di esprimersi dopo che avrà preso visione degli atti, mentre da subito si è reso disponibile a collaborare rendendo dichiarazioni spontanee e dichiarandosi estraneo ai fatti lui contestati”.

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