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Feci in mare, indagato il sindaco di Paola. Il Procuratore: ‘Acque balneabili’

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Fognature sversate in mare senza alcun tipo di depurazione. Notificati tre avvisi di garanzia.

 

PAOLA (CS) – Concluse le indagini sul mare sporco nell’area del paolano, nel registro degli indagati risultano iscritti il primo cittadino di Paola, Basilio Ferrari, il rappresentante legale della Lao Pools Srl che gestisce i depuratori della zona Marcello Forte ed il tecnico comunale responsabile del settore Graziella Marra. Per quest’ultimo si profilano le ipotesi di reato più gravi che lo vedono indiziato in prima persona di inquinamento delle acque del torrente Licciardo e mar Tirreno (tra Paola e San Lucido) nonché frode nel rapporto con l’amministrazione comunale per l’appalto della depurazione.

 

”La fogna libera, a cielo aperto, andava a riversarsi direttamente in mare – spiega il Procuratore di Paola Bruno Giordano – senza nessuna forma nemmeno parziale di depurazione. Ciò significa che non si trattava di un black out o guasto temporaneo, ma di vera e propria elusione dei contratti con il Comune il quale per la depurazione versa ben 95mila euro al mese alla Lao Pools Srl“.  La Procura su sollecitazione di turisti e cittadini ha più volte segnalato tali anomalie al Comune e al gestore degli impianti, ma come chiarisce il procuratore ”non è intervenuto nessuno per prendere atto di questa situazione”.

 

I dati dell’Arpacal hanno rivelato la presenza nelle acque di escherichia coli ed altri batteri fecali. ”Arrivano in mare – afferma il procuratore – sotto forma di fanghi essiccati e poi rimesso in circolazione, sono scarichi fognari a tutti gli effetti. Di volta in volta dobbiamo essere noi a controllare chi ha scaricato illecitamente perchè i funzionari pubblici deputati al monitoraggio della corretta depurazione da parte della ditta non svolgono il loro compito. Basterebbe mandare sul posto un vigile urbano, ma non si fa.

 

E’ noto – continua – che fare il bagno in acque dove c’è la presenza di escrementi può far insorgere infezioni. Non abbiamo ricevuto segnalazioni di natura epidemica dagli ospedali di Paola, Cetraro o Praia a Mare chiaramente però si tratta di un problema di igiene. In più nelle fogne oltre alle feci vi è la presenza di agenti chimici determinati da fattori quali ad esempio gli scarichi delle lavatrici o lavastoviglie ed è ovvio che rischiare di bere questo tipo di acqua non è salubre. Bisogna dire che non tutti i giorni le acque sono invase dagli escrementi.

 

L’acqua è balneabile. In media il fenomeno si verifica due giorni su dieci e comunque con il circolo delle correnti l’acqua si ripulisce e le macchie nel termine di tre o quattro ore normalmente svaniscono. Prima la condizione normale era l’inquinamento e l’eccezionalità il mare pulito, oggi è il contrario. Dieci anni fa il bagno lo facevano tranquillamente tutti tra gli scarichi neri. Oggi si è formata una sensibilità diversa ed è giusto sia così. Per quasi tutto il mese di Luglio il mare è stato pulito. Ora con la maggiore affluenza i nodi sono  venuti al pettine. Certo è che tali impianti sono costretti ad un carico decuplicato se prendiamo ad esempio Scalea che da 5mila passa a 30mila abitanti.

 

Tale sovraccarico – afferma Giordano Bruno – manda in blocco l’attività depurativa. Con un minimo di accortezza però questi inconvenienti si potrebbero arginare. Per quanto riguarda la protesta dei giorni scorsi è stato verificato che la grande macchia a largo non era da attribuire alla mancata depurazione, ma verosimilmente a qualche grossa nave in transito che aveva illecitamente sversato in mare le acque nere. Stiamo monitorando tutti gli altri Comuni, in tutto 42. Ogni giorno ne controlliamo a sorpresa due o tre a sud di Paola e due tre a nord di Paola. Invitiamo i cittadini a segnalare ogni episodio noi interverremo con la massima tempestività per individuare i responsabili”.


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