L’allarme della Cgil: “Situazione insostenibile”
CATANZARO – Non si arresta la continua perdita di posti di lavoro nei call center in Calabria. Degli 80.000 addetti nel settore, circa 3.500, tra Almaviva e Gepin, sono a rischio licenziamento, numeri altissimi che potrebbero presto aumentare raggiungendo le 8.000 unità, con la scadenza di alcuni lotti della Abramo C.C, Call&Call ed Uptime. L’allarme arriva da Alberto Ligato, segretario Slc Cgil Calabria. “Nonostante l’emendamento Vico-Lulli all’art. 24 bis della legge 92/2012 – sottolinea il sindacalista – che doveva regolamentare il trattamento dei dati personali limitando quindi la delocalizzazione delle attività di call center, nonostante la clausola sociale per i call center approvata di recente nel Ddl Appalti, sembra non fermarsi la continua perdita di posti di lavoro nel settore dei call center in outsourcing. Questo scempio del lavoro viene perpetrato da aziende parastatali (Poste italiane ed Enel) che assegnano le loro commesse al massimo ribasso ad ‘imprenditori’ spregiudicati che sfruttano incentivi ed artefici di ogni tipo (spesso oltre la legalità) per fare dumping nei confronti di quelle aziende che invece rispettano le leggi ed i contratti nazionali”.
Sciopero generale fissato per l’11 marzo
Le aziende che si aggiudicano queste commesse – sostiene Ligato – spesso durano il tempo di sfruttare gli incentivi per poi dissolversi lasciando dietro di loro una scia di debiti e disperazione. “Un esempio recente nella nostra terra – evidenzia il rappresentante della Slc Cgil – ce lo ha fornito la Infocontact S.r.l, che ha da poco chiuso i battenti ed avrebbe lasciato oltre 600 persone, a Lamezia Terme, senza impiego se il sito produttivo non fosse stato acquisito dalla Abramo C.C., quella stessa azienda che ora rischia di perdere una commessa assegnata da Poste italiane a 0,29 €/ora, palesemente sotto il costo del lavoro, e che potrebbe compromettere circa 250 posti di lavoro ‘salvati’ meno di un anno fa dopo una lunghissima trattativa al Ministero dello Sviluppo economico. Insomma una doppia beffa per questi lavoratori che dopo tutte le difficoltà avute negli ultimi anni vedono nuovamente a rischio il proprio lavoro a causa di un’azienda parastatale che assegna commesse ad ‘imprenditori’ spregiudicati che fanno dumping alla loro azienda coi soldi delle loro tasse”.
Una situazione divenuta ormai insostenibile, che lascerà dunque a spasso numerosi lavoratori. Per questa ragione per l’11 marzo prossimo è stata organizzata una giornata di sciopero indetto unitariamente dalle segreterie nazionali di categoria. Uno stop delle attività lavorative al quale la Slc si augura possano prendere parte tutti i lavoratori del settore. “Il futuro di un intero settore è a rischio – continua Ligato – perché le leggi approvate, dopo tante proteste e scioperi, non vengono rispettate proprio da aziende a capitale pubblico. Poste ed Enel indicono gare con prezzi ben al di sotto del costo del lavoro ed il Governo sta a guardare? Tutto questo è inaccettabile. Per il rispetto delle regole, per la messa in sicurezza del settore auspichiamo una grande adesione al prossimo sciopero dell’11 Marzo, ed invitiamo le istituzioni a sostenerci in questa ennesima battaglia di civiltà, messa in campo per difendere il nostro futuro”.
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