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Nutri Menti – alimenti ‘nutraceutici’, proprietà del grano e del ‘dimenticato’ lupino

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La Provincia di Cosenza ha ospitato la 1° giornata di studio cosentina sul tema “Cibo e salute – Stress ossidativo e nutraceutica” nel corso della quale si è parlato anche dei nutraceutici, di quelle sostanze, cioè, originariamente contenute negli alimenti e, in seguito isolate o ottenute per sintesi.

COSENZA – Il termine ‘nutraceutico‘, deriva da crasi delle parole “nutriente” e “farmaceutico” indica gli effetti positivi sulla salute e il ruolo preventivo relativamente ad alcune malattie. Questo tipo di sostanze possono essere presenti, tra gli altri, negli alimenti funzionali e nei prodotti dietetici. Antonello Talarico, dirigente medico dell’ASP di Cosenza, è intervenuto ad esempio sullo stretto legame tra alimentazione e rischio vascolare, Stefano Alcaro, dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, sui prodotti nutraceutici e Alfio Trovato dell’ASL di Catania sullo stress ossidativo. Rosa Bianca Trevisi, insieme a Marinetta Boscarelli, portano avanti il progetto imprenditoriale Morgana, un gruppo di aziende agricole che coltiva le essenze tipiche della campagna mediterranea: viti, ulivi, mandorle, agrumi, fichi, ecc.
Nella stessa mattinata si è trattato anche del recupero e della valorizzazione di grani antichi in provincia di Cosenza per uno stile di vita più sano e sostenibile. A questo proposito è intervenuto Mario Coscarello del Centro Studi per lo sviluppo rurale UNICAL, che ha illustrato le line guida del progetto “Il seme che cresce”. Il progetto in questione costituisce un laboratorio di sperimentazione sociale, avviato sin dal 2011 dalla Rete cosentina di Economia Solidale e in particolare dai Gruppi di Acquisto Solidali. L’obiettivo principale è quello di creare un laboratorio sperimentale per la ricostruzione di una filiera produttiva locale del bene primario per eccellenza, il grano, alla base della nostra alimentazione.

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Il processo costruito da Coscarello all’interno della Rete, che vede coinvolti 3 aziende e 2 produttori, è finalizzato alla costruzione di un percorso che coinvolga i piccoli produttori locali, seguendo i principi dell’agricoltura naturale e biologica. Questa esperienza ha visto anche il coinvolgimento dell’Istituto Agrario “Tommasi” di Cosenza, ed è servita a recuperare sul territorio antiche varietà, come il Senatore Cappelli (un cereale antico che si può considerare tra i capostipiti dei più moderni grani duri), a ricostruire la filiera e a riacquisire la conoscenza su coltivazioni e metodologie, alla base della nostra storia alimentare, con l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio, l’ambiente e i nostri saperi.
La nutrizionista Barbara Natalizio, si è invece soffermata sulla varietà di grano antico denominato “Saragolla”, introdotta in Abruzzo nel 400 D.C. da antiche popolazioni bulgare e che per lungo tempo fu coltivata nell’Italia meridionale e nelle isole. I suoi chicchi sono gialli e le proprietà nutritive di questa varietà di grano Khorasan sono in pratica uguali a quelle del Kamut® (prodotto in America e Canada), con l’unica differenza che è prodotta in Italia con un costo nettamente inferiore.
L’ultimo intervento, prima delle conclusioni dell’agronomo Mario Reda che ha moderato il dibattito, sono toccate ad Alfio Spina del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di Acireale che ha trattato degli innumerevoli benefici del lupino, un vegetale ingiustamente dimenticato. Infatti, sotto il profilo nutrizionale, il lupino si caratterizza per l’elevato contenuto proteico, che lo rende una valida scelta alle proteine animali; per un’alta percentuale di fibra, che favorisce la sazietà e per l’apporto di sali minerali e vitamine.
Spina ha poi posto l’accento sulle interessanti caratteristiche nutraceutiche del lupino che può contribuire a ridurre colesterolo, glicemia e ipertensione e, per questo, assai utile nella prevenzione cardiovascolare e nella riduzione del rischio di malattie coronariche.

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Proprio in conformità a queste proprietà, il ricercatore del CREA, ha sviluppato con il suo team, tre particolari prodotti salutistici: un pane iperproteico per sportivi, vegetariani e vegani, prodotto con sfarinati di antichi grani duri siciliani, integrati con farina ed estratti proteici di lupino bianco e lupino azzurro e due snack. Il primo tipo di snack è stato creato utilizzando uno sfarinato integrale di frumento duro siciliano, farina di lupino bianco, fibre di agrumi ed estratto di bioflavonoidi di limone. Il secondo, invece, a ridotto apporto calorico è stato preparato con sfarinati di frumenti duri e teneri siciliani, estratto di antocianine di arance rosse, estratti proteici di lupino azzurro.
Il lupino non fa bene solo alla salute, ma anche all’ambiente.

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Come tutte le leguminose, anch’esso, infatti, arricchisce il terreno di azoto e di sostanza organica, in particolare con la pratica “sovescio”, che prevede l’interramento delle piante di lupino, quando sono nella fase di fioritura avanzata. Inoltre, è indicato anche per l’alimentazione degli animali, poiché alcune varietà dolci sono OGM-free (non molto gradite alla produzione delle multinazionali del settore) e in grado di sostituire la soia, grazie all’alto contenuto di proteine di elevato valore alimentare e al discreto contenuto in lipidi (10-12%) di buona qualità.

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