Secondo i dati Svimez, dal 2000 al 2013 la spesa totale nel settore della cultura ha subito un crollo di oltre il 30% nel Mezzogiorno passando da 126 a 88 euro pro capite, contro il 25% del Nord, sceso da 177 a 132 euro.
ROMA – Negli ultimi tredici anni la cultura è stata tagliata di più nel Sud Italia. È quanto emerge dalla Nota di ricerca “Le spese per la cultura nel Mezzogiorno d’Italia” del Consigliere della Svimez, Federico Pica, e Alessandra Tancredi, dell’Agenzia per la coesione territoriale. Nel 2013 fatto pari a 100 il livello medio nazionale la spesa pro capite per la cultura è stata del 69% nel Mezzogiorno, a fronte del 105% del Nord e del 141% del Centro. Da rilevare in particolare il peso dei tagli negli anni 2009-2012: in piena crisi, la spesa in conto capitale per la cultura è passata al Sud dai 45 euro pro capite del 2009 ai 17,3 del 2011, per poi risalire a 19,6 nel 2013. Dal 2007 al 2013 la stessa spesa è crollata del 55% al Sud contro il 39% del Nord.
Analizzando gli andamenti della spesa totale per la cultura in alcune regioni del Centro-Nord e del Sud, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Calabria, se a livello nazionale dal 2000 al 2013 il calo è stato del 27%, il Veneto ha perso oltre il 21%, Emilia-Romagna e Toscana ben il 38-39%, ma la Calabria arriva a -43,6%. Situazione particolare per la Toscana, che perde il 39%, di cui il -36% dal 2000 al 2007. Il divario Nord/Sud risulta in modo particolare dal raffronto con i numeri indici. Fatto infatti pari a 100 il dato nazionale, il Veneto nel 2013 si è praticamente allineato spendendo il 101%, Emilia Romagna e Toscana si sono fermate rispettivamente all’88 e 96%, mentre la Campania spende il 58%, e Puglia e Calabria superano di poco il 54% del dato nazionale. Come dire: in Puglia e Calabria nel 2013 la spesa per abitante per la cultura è stata poco più della metà di quella media nazionale, cioè 68-69 euro contro 126.