La Giunta Manna vuole capire quale sia la posizione del Presidente della Regione prima di deliberare l’avvio della conferenza dei servizi.
RENDE – Nuovo rinvio del punto all’ordine del giorno relativo alla costruzione degli Ospedali Riuniti iGreco a Rende. Ancora in fase di stallo l’apertura della conferenza dei servizi che dovrà valutare il progetto proposto dalla holding di Cariati che intende creare nell’area di Sant’Agostino un struttura che ospiterà i reparti delle cliniche Madonnina, Madonna della Catena e Sacro Cuore. La sospensione del consiglio comunale è stata decisa in attesa di accogliere il parere del Presidente della Regione Mario Oliverio. I consiglieri di maggioranza avevano infatti chiesto un incontro con il governatore che avverrà presumibilmente in settimana, poi, Lunedì 30 Novembre si voterà. Intanto la società civile è già mobilitata contro il progetto definito ‘antagonista al nuovo ospedale pubblico dell’Area Urbana’ che dovrebbe sorgere nella stessa area che costeggia viale Magna Grecia. I comitati PrendoCasa, CAT Villaggio Europa, comitato di quartiere Piazza Piccola ieri presenti in consiglio comunale hanno espresso il proprio dissenso in merito al progetto proposto dal gruppo iGreco che dovrebbe costare circa 30 milioni di euro.
“Ci sfugge – scrivono in una nota – la logica di un progetto politico/amministrativo che porti alla costruzione di due Ospedali, uno pubblico e uno privato (solo nella proprietà visto che sarà convenzionato e quindi finanziato con fondi regionali) nello stesso territorio. Partiamo da un assunto fondamentale: non si specula sulla salute. Non possiamo che essere contrari al fatto che il diritto alla salute possa essere posto sul mercato, che oltre al costo del servizio ci possa essere un di più che remuneri il profitto aziendale”. I comitati esortano il sindaco Manna ad abbandonare l’entusiasmo mostrato nei confronti delle proposte della famiglia Greco. “Rinunci, per il bene della collettività a questa operazione, rinunci all’ulteriore cementificazione di un territorio già mortificato, prenda le distanze dalla stretta mortale di una classe politica indecente e di un’imprenditoria spregiudicata e predatoria interessata solo al proprio tornaconto. A noi – sottolineano gli attivisti – non servono nuove strutture, serve che si tuteli il nostro diritto alla salute dalla speculazione privata, che si potenzino i servizi gratuiti esistenti ed aumenti la qualità delle prestazioni insieme all’accessibilità per tutti”.